“Il Minore, la Società e le Istituzioni: quale futuro?”
Questo il tema della Conferenza indetta dalla Associazione ‘Mammepersempre’ ONLUS il 5 novembre presso l’Hotel UNA Regina in Noicattaro (Ba). La Conferenza ha avuto inizio con la testimonianza della Presidente e Fondatrice dell’Associazione sig.ra Prudenza Fallacara. Una storia di vita segnata dal distacco dai tre figli dopo una separazione estremamente conflittuale. Vittima del Tribunale per i Minorenni incapace di valutare relazioni e fatti palesemente a favore della sig.ra Fallacara, e di avvocati disumani dinanzi all’interesse dei Minori, respingendo anche il grido degli stessi assistenti sociali e accettando come unica motivazione il risultato di un’esame psicodiagnostico condotto dal CSM di Bitonto che ha ignorato di fatto valutazioni e prove umane e scientifiche oltre alle incongruenze procedurali. Con estrema razionalità, attraverso una sequenza di eventi precisi ha posto in luce la possibilità che la PAS ( Parental Alienation Sindrome ) è una sindrome che colpisce ‘ realmente ’ famiglie intere.
Elemento decisivo è stato il distacco repentino della più piccola dei tre figli, l’unica ad aver accettato la madre, dopo quattro anni di battaglie e resistenza a sofferenze che la Società ( oltre ad un accanimento dell’avvocato dell’ex coniuge ) ha imposto attraverso giudizi e pregiudizi. Una donna che oggi vive la sua maternità in senso più ampio con una missione legata all’Istituto Missionario ‘ Mamme degli orfani ’ di Padre Fulgenzio Cortesi nato in Tanzania, in qualità di laica consacrata nella Famiglia Passionista e Presidente del Movimento Laicale ‘ Amici di Gesù Crocifisso ’. Non è mancata l’indignazione della Presidente verso alcune donne che si definiscono madri agendo contro l’interesse dei propri figli cioè il diritto ad avere rapporti continuativi ed equilibrati con tutti e due i genitori.
« Quando si parla di famiglia si parla di radici…» esordisce così la prof.ssa Parsi, psicoterapeuta, scrittrice, Presidente della Fondazione ‘ Movimento Bambino ’; secondo la prof.ssa la giustizia ha una visione adultocentrica pur occupandosi dei minori. Bambini ‘ cestini ’ degli adulti, così definisce lo stato dei minori sottoposti ad abusi da parte degli adulti; dalle sue esperienze e conoscenze ha tratto una storia di vita sconvolgente riguardante un bimbo di soli tre anni e mezzo, accolto con amore dalla sua Fondazione per esaminarne il vissuto, suscitando in tutti stupore per gli aberranti atti degli adulti dinanzi ad uno stupro che molto spesso avviene in famiglia, ancor più stupiti nel riconoscere la straordinaria professionalità della prof.ssa e della sua equipe nel decidere di aiutare il bambino partendo dal sostegno psicologico del padre ( stupratore ) dando la possibilità al minore di affrontare il ‘ mostro ’ che lo avrebbe perseguitato per tutta la vita. Ribadisce l’importanza della mediazione, psicologi, evitando incidenti probatori senza senso, definisce l’alienazione genitoriale la peggiore azione nei confronti dei bambini che vengono ‘smembrati’dagli adulti in conflitto come l’immagine di antiche torture medievali ricorda. Concluderà la prof.ssa che «… un bambino non amato è un bambino che muore, sarà un adulto assetato di potere… »; l’emozione continua attraverso la sua esortazione, quasi in lacrime, « non fate del male ai bambini !!! »
Contributo non solo giuridico ma anche di elevata caratura culturale quello dell’Avvocato Davide Romano, responsabile dell’ufficio legale e legislativo di Adiantum, scrittore e giurista: « il sistema giuridico è inadatto perché in ritardo [ nella azione e nelle soluzioni legislative n.d.r.] e in contrasto con il sistema sociale … il collante tra i due sistemi è la politica che in questo momento non svolge appieno la sua funzione ». Il bambino è più importante dell’adulto e quindi – continua l’Avvocato – è necessario che il sistema giuridico lo tuteli nel momento in cui i propri genitori si separano, non è consentita una forzata prosecuzione del legame a tutti i costi al sol fine di mantenere una ‘immagine’ sociale. Partendo da Voltaire, Cartesio ed altri, l’avvocato da’ seguito ad un accurato excursus storico – filosofico – giuridico sulla figura del minore nello sviluppo del pensiero umano; osserverà che a partire dal 1989, data della Convenzione di New York, solo nel 1998 si giungerà in Italia al riconoscimento dei principi in essa sanciti circa i diritti del fanciullo. Molte leggi sono state disapplicate aprendo la strada ad un ‘uso’ dei minori all’interno di conflitti legati alla separazione, fino a giungere alla legge n° 54/2006 necessaria ad una ‘inversione sociale’.
La struttura processuale è ingolfata da provvedimenti, ricorsi, revoche e tempi lunghi oltre all’intervento di più Tribunali competenti; occorre un’ unica figura senza differenze di idee. L’Avvocato conclude dicendo che un sistema incapace di far rispettare le norme è incapace di far rispettare se stesso ed è quindi destinato al declino.
L’Avvocato Iolanda Valente Presidente della sezione regionale Anfi Puglia alla luce della sua esperienza di madre e avvocato matrimonialista ha sottolineato che a fronte di un più o meno completato iter legislativo durato 12 anni in materia di affido condiviso, vi sono in Italia circa un terzo di separazioni segnate da una procedura che vede disapplicata la legge e definisce la 54/2006 legge ‘gattopardiana’ un ‘falso condiviso’ che non vede, in alcuni casi da parte del Giudice interesse a far rispettare le condizioni addirittura scegliendo l’istituzionalizzazione del Minore. L’Avvocato valorizza la mediazione a cui si può addivenire in situazioni conflittuali e preconflittuali e corsi per coppie, una applicazione della legge sull’affido condiviso concreta scevra da ostruzionismi astratti; è utile da parte del Giudice osservare il singolo caso come primo passo per l’applicazione della legge oltre alla collaborazione e responsabilità degli insegnanti. La figura dello psicologo,conclude inoltre l’Avvocato, presente in tutti gli enti ammnistrativi ancor più deve esserlo in istituti educativi e garantire circa l’idoneità degli stessi operatori ai quali vengono affidati i ‘nostri figli’.
Don Giovanni Lorusso, ha sviluppato la sua relazione su due linee di riferimento: la prima di carattere teologico in cui ha evidenziato la valenza ‘rivelativa’ dell’essere genitori alla luce della autocomunicazione del Dio cristiano dell’Amore; la seconda linea, invece, maggiormente centrata su aspetti etici e socio-educativi attinenti il Minore, ha proposto una visione della attenzione ai piccoli declinata nello strettissimo rapporto amore/educazione da parte delle figure genitoriali; tale compito ha valore non solo religioso, etico e sociale ma anche di umanizzazione per la Società stessa e va, quindi, da parte delle istituzioni promosso e ampliato. La Chiesa deve liberarsi di ipocrisie e moralità di facciata e accogliere la sofferenza di coloro che vivono come un dramma la separazione; la Scuola deve evitare gli estremismi educativi della rigidità senza senso e del permissivismo sterile, ‘Lettera ad una professoressa’ di don Lorenzo Milani e il sinite parvulos di Cristo alcune delle citazioni ; il Sistema Giudiziario deve liberarsi di corruttele e carriere economiche sulla pelle dei cittadini, essere più incline alla equitas concetto fondativio riveniente dagli albori del Diritto. Conclude con un accorato invito a « parlare e far parlare » mediante lo strumento dell’associativismo; « unitevi e mettetevi insieme » dirà don Lorusso.
Ultimo ma non meno importante l’intervento dell’Avvocato Giacoma Sciannameo, Vice – presidente di ‘Mammepersempre’, responsabile della sede secondaria di Noicattaro della ‘Giuriservice & consulting’. L’Avvocato ritiene che il compito del mediatore stia nel distinguersi lavorando insieme per garantire la promozione e la tutela di una vera cultura della mediazione, imparando ad essere ‘mediatori dentro’ nell’umiltà e nel silenzio; una presenza che viene prima della tecnica e del ‘fare’; uno spazio di riconoscimento dell’umanità. Il mediatore induce la coppia ad essere protagonista del proprio conflitto responsabilizzandosi di fronte ai figli, bisognosi di capire che succede tra i genitori. Essi subiscono una sorta di lacerazione interiore e sono ‘passeggeri su una barca in tempesta’ che non hanno scelto di prendere. La sfida della mediazione è molto alta ma necessaria per un cambiamento culturale e sociale, un passaggio dalla logica del conflitto all’opportunità dell’incontro attraverso il recupero di una dimensione spirituale non solo in una stanza di mediazione ma anche e soprattutto nella quotidianità. Obiettivo della mediazione è la salvaguardia della genitorialità individuale nei confronti dei figli, ovvero la bigenitorialità.
La Conferenza è stata magistralmente moderata dal dott.Gianni Capotorto giornalista de ‘La Gazzettadel Mezzogiorno’, professionista sensibilissimo a vissuti e temi sociali.
ASSOCIAZIONE "MAMMEPERSEMPRE" ONLUS